LA PERCEZIONE DEL TEMPO
Avrete notato che per i nostri bambini il tempo non passa mai, mentre per noi scorre in fretta, sempre di più a mano a mano che l’età avanza. Pensate anche a quante volte avete pronunciato frasi come “il week-end è volato in un attimo”, “oggi in ufficio il tempo non
passava mai”, “ho spettato il bus per un’eternità”…
A che cosa è dovuta la diversa percezione del tempo, del tutto soggettiva? Non è così semplice rispondere a questa domanda. Filosofi e scienziati ci provano da secoli, eppure una spiegazione davvero convincente non è ancora stata formulata, sebbene tutta la nostra vita sia scandita e organizzata in funzione del tempo. Oggi le neuroscienze parlano di una diversa modalità di memorizzare gli eventi da parte della regione del cervello chiamata ippocampo, che registra le esperienze nuove ma non quelle ripetitive. Più si è giovani, più la vita è piena di novità e di eventi significativi, per cui il tempo si dilata; andando avanti con gli anni, molto spesso si conduce un’esistenza più abitudinaria, senza eventi che suscitino stupore. In queste circostanze, le giornate sono pressoché tutte uguali, e così le settimane e i mesi, e il tempo “vola”, lasciando una sensazione spiacevole di noia e di monotonia.
Allora forse, in questo caso, sono i nostri figli che possono insegnare qualcosa a noi, ovvero il giusto atteggiamento da non perdere mai, caratterizzato dalla curiosità e da un’apertura verso il mondo. Abbiamo innumerevoli possibilità per arricchire la nostra vita di novità e mantenere più giovane la nostra percezione del tempo: possiamo leggere un libro, visitare un museo, fare un viaggio in un paese che non conosciamo, frequentare un corso, provare un nuovo ristorante…